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Le prospettive del gioco online degli USA

Un articolo del New York Times firmato da Matt Richtel ha illustrato le prospettive delle recenti iniziative per legalizzare il gioco online in alcuni stati degli USA. I tentativi a livello federale hanno fallito negli ultimi due anni, e anche se ci sono ancora delle leggi in corso di valutazione al Senato e alla Camera dei Rappresentanti nessuno spera in un approvazione. Sono gli stati invece a portare avanti le loro iniziative, a causa degli introiti in tasse che il gioco online può portare alle loro casse. Non mancano le proteste da parte dei gruppi che si occupano di contrastare il gioco patologico e il gioco tra i minori, che possono però essere placate con adeguate misure legislative a riguardo. Più incerto è invece il rapporto tra queste leggi locali e quelle federali. La domanda che tutti si pongono e che deciderà le sorti del mercato del gioco online negli USA è “la legalizzazione del gioco online da parte degli stati viola la legge federale?”. Per il momento nessuno è stato in grado di fornire una risposta chiara ed esauriente.

L’UIGEA, la legge emanata nel 2006 dal governo centrale che ha di fatto spazzato via l’industria del gioco online dagli USA, contiene non poche ambiguità. Vi si proibiscono le transazioni finanziarie connesse con il gioco online illegale, ma si tratta di una clausola che può essere interpretata in diversi modi. Per alcuni se il gioco online è legale, l’atto non va applicato. Quindi gli stati hanno il diritto di legalizzare le scommesse online, permettendo così agli operatori di agire in modo legale e di essere al riparo dalla legge federale. Secondo altri questo non può essere fatto, perché è la legge federale a prevalere.

Il Wire Act proibisce le scommesse via internet o cellulare che oltrepassino i confini degli stati o quelli nazionali. Solo un sistema di gioco che rimanga strettamente all’interno dei confini di un singolo stato può bypassare questa legge. Attualmente è in corso una dura lotta tra le autorità locali dei singoli stati e il Dipartimento di Giustizia del governo centrale, che si mantiene spesso ambiguo.